RINGRAZIAMENTI

Mi sento di ringraziare tutti quelli che ci sono stati vicini e continuano ad esserlo, anche dopo questo triste momento: la comunità, gli amici, i parenti – vecchi, nuovi e ritrovati – e chiunque abbia rivolto a noi un pensiero.

Grazie a chi ha letto e ascoltato – e mi sta aiutando a condividere – quello che si trova in questa raccolta: pensieri, racconti, disegni, idee, momenti della nostra storia d’amore, libere associazioni e registrazioni audio, il tutto per onorare la tua memoria e per aiutare me stesso ad affrontare questa dura prova. Grazie alla Polizia di Stato e al Pubblico Ministero, i quali ci stanno aiutando e ci aiuteranno di certo a far luce sulla serie di eventi che ha portato alla perdita della persona speciale che eri.

E grazie di cuore anche a quelle ostetriche dell’Ospedale “G. Jazzolino” di Vibo Valentia che ti hanno aiutata a dare alla luce la splendida bambina che è Giada; a quei medici che hanno fatto del loro meglio per salvarti; a chi mi ha permesso di baciare il tuo “guscio vuoto” subito dopo l’intervento e al medico che si è assunto l’onere di darmi quei tragici dettagli.

Infine, voglio ringraziare anche, e soprattutto, i miei figli, Pasquale e Giada, senza dei quali forse avrei reagito diversamente.

LA PAURA (con audio)

Quando Pasquale e tua madre sono arrivati, io sono uscito dalla stanza per intrattenerlo. Tu sei rimasta con tua madre e uno dei dottori, che ti aveva visitata in precedenza, ti ha detto – balbettando e probabilmente dimenticandosi molte regole della comunicazione medico-paziente – che, se non ti fossi operata, saresti morta.

Il tuo respiro si è fermato, hai sospirato un paio di volte, sei diventata ancora più pallida di quanto già non fossi, segno che la paura si stava impadronendo di te. Tua madre è venuta a chiamarmi di fretta. Ho lasciato Pasquale con gli zii e sono venuto a incoraggiarti, non sapendo quello che ti aveva detto il dottore. Addirittura mi sono permesso di rimproverare tua madre per la faccia da funerale che aveva davanti a te.

Il mostro con gli occhi nelle mani, tratto dal film “Il labirinto del Fauno”, di Guillermo del Toro, che Tiziana ha guardato pochi giorni prima di andare in ospedale

Non avevo paura, ero fiducioso. E lo sono stato fino a quando, dopo che è cominciato quell’evidente via vai di medici e infermieri, qualcuno, dopo le nostre gentili richieste, si è degnato di dirci che eri grave, che ti stavano rianimando, che eri nelle mani del Signore. È stato solo in quel momento che ho cominciato anch’io ad avere paura. Di certo non mi sono ricordato che in quel modo stavo nutrendo il mostro della storia che non ho mai fatto in tempo a raccontarti…

Continua nell’audio 21


L’ALBERO DEI DESIDERI (2) (con audio)

Quella storia non mi era piaciuta perché dava tutto per predeterminato, sembrava che tutto dipendesse dal capriccio di un desiderio o di un pensiero, positivo o negativo che fosse.

Da un po’ di tempo a questa parte, ti dicevo spesso che noi possiamo sempre scegliere come agire o come reagire. Abbiamo sempre la possibilità di muovere il culo e fare ciò che serve per far accadere ciò che desideriamo. E, per ciò che non possiamo controllare, possiamo sempre e comunque reagire al meglio delle nostre possibilità e limitare al minimo i danni, per quanto gravi questi possano essere.

Ecco perché a te, a Pasquale e a tutti i miei studenti ho raccontato anche la mia versione dell’albero dei desideri.

L’ALBERO DEI DESIDERI (1) (con audio)

Negli ultimi due anni, di storie ne ho ascoltate e lette davvero tante. Te le ho sempre raccontate poi, a modo mio. Poco prima di Natale, mentre eravamo in macchina per andare a trovare in ospedale Lorenzo, che il 23 novembre era sopravvissuto a un incidente quasi mortale, ti ho raccontato quella che avevo appena trovato.

Così come l’avevo letta non mi era piaciuta tanto, perciò, oltre a quella, te ne ho raccontata anche una mia versione, abbastanza diversa, adattata in modo che fosse utile ai miei studenti di italiano.

Quella sera, non ne abbiamo parlato, ma ho avuto come la sensazione che quella storia ti avesse turbata. Ho scoperto solo da poco che, tempo prima, avevi detto, piena di paura, a tua madre: «E se al parto mi succedesse qualcosa? E se morissi?»

Mi dispiace tanto che tu abbia avuto paura, dolce amore mio. E mi spiace purtroppo che anche tu abbia subito la stessa sorte del protagonista dell’albero dei desideri.

 

LE COINCIDENZE

Un sabato sera, a poco più di un mese da quel tragico giorno, siamo andati al circo armati della spada luminosa di Pasquale. Fatto sta che, mentre lui mi chiedeva se potesse sposare l’acrobata di nome Gessica, la spada mi è caduta goffamente sotto la gradinata e non l’ho potuta più recuperare, anzi, non l’abbiamo trovata più, nemmeno quando l’abbiamo cercata. Appena usciti dallo spettacolo, Pasquale se n’è ricordato e giustamente si è arrabbiato.

Gliel’avrei ricomprata il giorno dopo, ma ovviamente non gli è bastato. Mentre tornavamo a casa, la figlia dei nostri amici si è sentita male e, dato che eravamo lì, ci siamo fermati al negozio cinese del vicino centro commerciale, alla ricerca di una nuova spada. Proprio in quel momento, di sabato sera, in quel negozio grandissimo nel quale c’era da perdersi, mi sono trovato davanti una persona mai vista prima, se non il 5 gennaio, il giorno in cui te ne sei andata. La mia reazione più naturale e spontanea è stata quella di ringraziarla per ciò che ha fatto quella sera, dal profondo del mio cuore. Siamo riusciti a parlare per un paio di significativi minuti, prima che Pasquale mi riportasse alla ricerca del suo oggetto del desiderio.

Certo, le coincidenze sono state così tante che, quasi quasi, sarebbe stato più facile trovare un ago in un pagliaio nel cuore della notte. Mi piace pensare che qualcuno lassù volesse proprio che io rivedessi quella persona. Eri forse tu?

IN UN MONDO PERFETTO

In un mondo perfetto, un essere umano non compie un’azione potenzialmente in grado di causare la morte di un’innocente in un momento in cui non c’è alcuna urgenza per compierla. E se lo fa, allora si pente e confessa, pronto a pagarne le conseguenze.

In un mondo perfetto, le persone presenti ad un evento critico dicono la verità, non rischiano l’articolo 372 del codice penale.

In un mondo perfetto, appena si ha un malore come quello che hai avuto tu, ti viene fatto un esame in grado di scoprire l’emorragia in corso, tempestivamente, non qualche ora dopo.

In un mondo perfetto, appena si accerta un’emorragia come quella che hai avuto tu, vieni operata subito, senza aspettare tutto il tempo che invece si è aspettato nel tuo caso.

In un mondo perfetto, chi ne ha il potere e promette di fare qualsiasi cosa io chieda, proprio quando il tuo corpo morto giace a pochi metri da noi, lo fa e se ne assume la piena responsabilità.

In un mondo perfetto, d’altronde, tu saresti ancora viva, a goderti i figli che hai tanto desiderato.

Purtroppo non viviamo in un mondo perfetto, ma se alcune di queste cose possono accadere, e accadranno, allora ci sarà ancora un po’ di speranza per questo mondo.

LA RANA TIZIA (con audio)

Qual è la cosa più giusta da dire o da fare a qualcuno che ha perso la persona amata in circostanze così tragiche? Non lo sa nessuno, né tantomeno io.

Da quando te ne sei andata così inaspettatamente, sono tante le persone che ci sono state vicine o hanno cercato di esserlo e non posso che essere grato a tutte, indistintamente.

C’è chi ha fatto la cosa che ho apprezzato di più, facendo da autista a Pasquale o accogliendolo in un ambiente sereno in mezzo ad altri bambini; c’è chi ha parlato con me con il semplice sguardo, dicendo moltissimo pur non pronunciando alcuna parola; c’è chi ha semplicemente detto che non aveva parole. E c’è anche chi si è lasciato sfuggire qualcosa che in quel momento non avrebbe potuto di certo aiutarmi, cioé: “Se fosse capitato a me, mi sarei già ammazzato”. In quel caso ho semplicemente risposto con un generico “Mi faccio forza per il bene dei miei figli”, non ho avuto di certo la prontezza di rispondere che la vita è un dono prezioso, che va onorato nonostante gli eventi tragici che possono colpirci.

Ripensando a tutto questo, mi torna in mente la storia della rana Tizia, riletta di recente su Stories We’ve Heard, Stories We’ve Told, di Jeffrey Kottler.

  Audio 18

CONTINUARE A IMPARARE

Imparare per vivere meglio – Foto: Stefano Scordo

Sei sempre stata curiosa di questa mia voglia di continuare ancora a imparare cose nuove e non mi hai mai ostacolato, anzi mi incoraggiavi ad andare avanti.

Certo, qualche volta mi chiedevi cosa cercassi e perché lo facessi. Non ero mai riuscito a trovare una risposta convincente, nemmeno per me stesso.

Oggi potrei risponderti, purtroppo: forse per saper affrontare al meglio tutto quello che è successo e sta ancora succedendo.

Tra le tante cose, ho accettato il gentile invito a partecipare al programma Quinta Colonna e il 13 febbraio ho rotto il silenzio, rivelando pubblicamente una parte di ciò che purtroppo ti è accaduto.

 

In studio a parlare del caso con Paolo Del Debbio

LETTERA A GIADA (con audio)

Quella mattina mi ero svegliato presto, avevo scritto una letterina di benvenuto che ho ritrovato casualmente poco più di un mese dopo, sfogliando il taccuino su cui l’avevo scritta. Avevo preparato una mappa che poi ho colorato insieme al nostro ometto, e avevo persino creato con la forbice dei piccoli festoni a omino di cui Pasquale è rimasto stupito. Pensavamo che quello fosse il giorno del vostro arrivo/rientro a casa. Non avrei mai potuto immaginare quello che invece è successo in quella lunghissima giornata…

 

IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTONE (con audio)

Pochi giorni fa, con mia grande sorpresa, sono riuscito a completare con successo una missione che forse tu avresti creduto impossibile per me: comprare, da solo, una tuta per Pasquale insieme al modellino della Ferrari che si era meritato per aver fatto il bravo per tutta la settimana (metà l’ha pagato con i suoi risparmi e metà gliel’ho pagato io, perché credo sia giusto che continui a mantenere un rapporto sano con il denaro).

Per farlo, siamo andati in macchina, da soli, io e lui, a un centro commerciale di Gioia Tauro, mentre ascoltavamo delle storie su cd.

Dopo Il principe ranocchio e La bella e la bestia, Pasquale ha scelto Il gabbiano Jonathan Livingstone di Richard Bach nell’interpretazione di Enzo Decaro.

Come ti ricorderai, il nostro piccolo ometto conosceva già la storia perché ormai sono anni che gli leggo a voce alta delle belle storie prima che si addormenti.

Nei giorni successivi abbiamo finito di ascoltare i due cd e verso la fine c’era il brano che oggi voglio leggere a voce alta.

Audio 16