PSICOLOGIA CONTEMPORANEA

Poco prima di Natale ero stato contattato per creare una mappa mentale per la rivista Psicologia Contemporanea. Eri così orgogliosa di questo fatto, che ho pensato di completarla ugualmente (e gratuitamente) seguendo un po’ le indicazioni che mi avevi dato, riducendo la testa di qualcuno che era venuto fuori un po’ troppo grande. Spero piaccia anche a te, così come è piaciuta a Gennaro Romagnoli e al direttore Luca Mazzucchelli.

Il numero di quel mese parlava di cambiamento, anche quello estremo che io, i nostri figli e tutti i tuoi cari stiamo vivendo…

UNA ROSA NEL CIELO (con audio)

La stella polare che brilla sul cielo di Tropea – Foto di Mosé Mazzitelli (c) – Riproduzione riservata

Mentre stavamo ritornando a casa in macchina io e Pasquale, tutto contento mi dice: “Guarda, papà, c’è la mamma lassù!” Alzo gli occhi e la vedo. Un’unica stella che brilla nel cielo che comincia a farsi buio. “Sì, è proprio la mamma,” gli dico io sorridendo. Una stella nel cielo, o forse una rosa nel cielo, come nella canzone che Nicola Lico, che ha perso la sua amata Brunella di recente, ti ha voluto dedicare.

Testi, voce, musica e arrangiamento di Nicola Lico.

Audio 14


 

LA PORTA BLU

Una volta varcata la soglia della porta blu, dopo aver chiesto subito un paio di volte se tu ce l’avessi fatta e non ottenendo risposta, forse sei stata tu a darmi quella calma e quella lucidità che probabilmente hanno lasciato di stucco i diversi medici intorno a me, mentre ponevo loro le domande giuste per avere i chiarimenti necessari, facendo le mie osservazioni, dichiarando già in quell’istante che avrei fatto di tutto per far accertare la verità attraverso le vie legali. Queste sono le uniche vie che io e tutti i tuoi cari seguiremo con tenacia, perché, come già ho detto io stesso al prete preoccupato che mi ha confessato prima del tuo funerale, “Se cerchi vendetta, devi prima preparare due tombe, una per il tuo nemico e una per te stesso“. E tutti noi vogliamo onorare la tua memoria, vivendo a testa alta la nostra vita, continuando ad essere di buon esempio per chi ci circonda. E lo facciamo per te, per i nostri figli e per noi stessi.

IL GUSCIO

La tomba di Tiziana – Foto di Stefano Scordo

Ho riflettuto a lungo se pubblicare questa foto, ma alla fine decido di farlo e preferirei NON ci fossero COMMENTI sotto.

Ci scherzavamo su, tu mi avevi detto che volevi tornare a Paravati, io ti dicevo che volevo tornare a Tropea. Ho detto subito che sapevo dove volevi che posassimo il tuo guscio vuoto, perché è di questo che si tratta, di un guscio, che alla fine ha dovuto subire tante violazioni, tra cui quelle fredde dell’autopsia, per permetterci di scoprire la verità che sta dietro agli eventi che hanno portato alla tua tragica partenza. Lo stesso guscio vuoto che, dopo ore interminabili di attesa dietro la porta blu, ho voluto vedere, io per primo e da solo, per darti un ultimo bacio e augurarti buon viaggio, quando il tuo spirito era già libero di stare accanto a noi e ovunque, in ogni posto e in ogni tempo.

ALESSANDRO ZANARDI (con audio)

Una delle cose che ho sempre detto a Pasquale ogni volta che cadeva, sin dai suoi primi passi, anche quando forse non avrebbe potuto capire ciò che dicevo, è che quando si cade ci si rialza, più forti di prima. Continuo a dirglielo e continuo a farlo.

Certo, sarà dura senza di te, ma sta’ sicura che ci rialzeremo più forti di prima anche stavolta, perché, come ho detto in questa storia, che ho raccontato per la prima volta il 23 novembre 2016, ci sono diversi modi di reagire ad un evento drammatico: ci si può deprimere, ci si può lamentare, ci si può rassegnare, oppure si può cominciare ad agire e a fare qualcosa per vivere la propria vita pienamente, nonostante tutto. Un po’ come ha fatto il protagonista di questa storia di vita reale…

In questo caso, quanto racconto è un mio adattamento di una storia presente nel libro Storie impossibili di Roberto Cerè.

 

LA STANZA DEI MILLE DEMONI (con audio)

Ogni tanto, mi torna in mente una storia letta tempo prima e gli occhi mi cadono proprio sul libro dove è contenuta.

Allora lo apro, rileggo la storia e mi viene voglia di raccontarla.

Un po’ come mi è successo per quella che è parte del libro intitolato Invitation to Possibility Land, di Bill O’Hanlon, un famoso psicoterapeuta americano.

L’ho riletta proprio nei giorni successivi al Natale scorso e mi è venuta voglia di raccontartela, adattandola un po’, non sapendo ancora che anch’io, di lì a poco, sarei dovuto entrare nella mia personalissima stanza dei mille demoni…

 Audio 11

UN ATTIMO DI RIFLESSIONE (con audio)

Tanti anni fa (più o meno tra il 1999 e il 2001), quando ancora non esisteva Facebook, mi arrivò via email questo testo. Era una “catena di Sant’Antonio”.

Non so perché, ma il testo mi colpì così tanto che lo volli conservare. Anni dopo lo lessi a voce alta anche a te.

A volte io e te siamo riusciti a rendere speciali i nostri giorni, altre volte no, per questo oggi mi va di rileggere queste parole di cui non conosco l’autore, ma che a quel tempo intitolai: Un Attimo di Riflessione.

 

RICONQUISTA IL RAPPORTO CON IL PADRE E LA MADRE (con audio)

Poco dopo la morte del tuo caro padre, mi confidasti piangendo che non avevi fatto in tempo a dirgli quanto gli volevi bene.

Non so perché, ma nei giorni successivi, mentre eri impegnata in altro, cominciai a leggerti a voce alta quel libro poco conosciuto che aveva quel titolo così poco azzeccato: Easy Life, di Steven Freeman.

Voglio sperare che ti abbia aiutato, così come può aiutare me mentre rileggo a voce alta proprio questo brano…

 

LA SERVITRICE BRUTTA (con audio)

A volte, si crede di essere meno belli di quanto in realtà si è. Anche tu lo credevi e io non mi sono mai spiegato il perché.

Quel pomeriggio del mio quarantesimo compleanno, dopo averti letto la poesia Il Mio Tempo, mi sono messo a “disegnare” questa storia e a registrarne una prima versione.

Adesso, posso solo immaginare che anche tu abbia trovato l’acqua della guarigione e che la continuerai ad usare segretamente per aiutare le persone che conosceranno la tua storia.

Nell’audio si potrà ascoltare un mio adattamento di una favola tratta dal libro Transforming Tales di Rob Parkinson, intitolata The Ugly Servant.

 

IL RUOLO DELLA CORRETTA INFORMAZIONE

Quando accade qualcosa di così grave come quello che è accaduto a Tiziana Lombardo, e di conseguenza ai suoi figli, a me, e a tutti i suoi familiari, che ne stiamo affrontando la scomparsa, è giusto che il pubblico sappia, nei limiti delle indagini in corso, cosa è successo. Il ruolo della corretta informazione è fondamentale.

Ho letto molto di quello che è stato scritto, sia nelle immediatezze dell’accaduto, sia successivamente, e ne ho totalmente apprezzato l’intenzione. Ringrazio i giornalisti per il lavoro svolto, sebbene ci siano state molte inesattezze, soprattutto all’inizio. Tiziana non è mai uscita da quell’ospedale, nonostante sia stato detto o scritto. Tutto è avvenuto all’interno di quel nosocomio: il ricovero, il parto, il trauma che potrebbe aver causato l’emorragia, l’intervento, e infine la sua morte.

Ciò che è successo è impensabile, ma è successo e ho dovuto farmi forza per affrontarlo al meglio delle mie possibilità. La mattina del 6 gennaio, dopo aver avuto l’epifania (la rivelazione) che mia moglie era morta e che mi aveva lasciato con un bambino di 5 anni e una neonata di pochi giorni, ho stretto i denti e ho passato diverse ore a denunciare dettagliatamente tutto ciò che, a mio modo di vedere, doveva e deve ancora essere valutato dalla magistratura per accertare le eventuali responsabilità mediche che hanno portato alla sua tragica scomparsa.

Addirittura nel cuore della notte successiva all’autopsia, dopo che di giorno avevo sentito dal nostro medico di parte le prime e uniche certezze, mi sono alzato e ho scritto personalmente la prima bozza del comunicato che, insieme ai nostri avvocati, avremmo pubblicato subito dopo il funerale. E ho trovato quantomeno strano che proprio la mattina dopo, appena arrivato alla camera ardente, alcuni amici mi abbiano riferito di ciò che i giornali avevano scritto: parlavano di aneurisma, quando gli unici dati certi erano la lacerazione della milza, che poi abbiamo scoperto non essere stata documentata in nessuno dei referti in nostra visione e sequestrati nell’immediatezza della morte di Tiziana, e la presenza di un vaso beante (aperto), che poi è risultata essere una lesione.

Ecco perché ho insistito che il nostro comunicato fosse pubblicato proprio quel giorno, anche se qualcuno, quando il corpo di Tiziana – freddo e straziato dall’autopsia – giaceva a pochi metri da noi, mi sconsigliava totalmente di farlo.

In studio  con Paolo Del Debbio

Sono tante le cose successe in quei giorni e in questi mesi, che non basterebbero pagine e pagine per narrarle. Tra le tante, dopo aver riflettuto a lungo, ho accettato il gentile invito a partecipare al programma Quinta Colonna e il 13 febbraio ho rotto il silenzio, rivelando pubblicamente una parte di ciò che purtroppo è accaduto alla mia amata.

Due giorni dopo la mia intervista, un noto quotidiano ha pubblicato nelle pagine della cronaca di Vibo Valentia un articolo sul caso. L’ho apprezzato molto e ringrazio tantissimo sia il giornalista che la testata, perché grazie a loro abbiamo scoperto, tra le altre cose, del provvedimento disciplinare nei confronti di un medico e che la dirigente ha finalmente ammesso pubblicamente le anomalie in cartella clinica.  Perciò, lo ripeto, apprezzo davvero molto l’operato di quella testata, nonostante non sia stato scritto esattamente quello che invece si può ascoltare chiaramente dal video: io non solo ho sentito, ho visto con i miei occhi, perché ero presente.

Ringraziando ancora i giornalisti per il lavoro svolto finora, colgo l’occasione per chiedere, a loro e agli amici, di non pubblicare in futuro foto diverse da quella che abbiamo scelto per la tomba di Tiziana, la stessa che abbiamo scattato il giorno del nostro matrimonio, avvenuto nella stessa chiesa in cui è stato celebrato il suo funerale. A Tiziana non piaceva che ci fossero troppe sue foto in giro. Aiutatemi a far rispettare la sua volontà. Grazie ancora.

Antonio Libertino