L’UDIENZA

Si è svolta il 21 aprile 2021, dopo oltre quattro anni dalla morte di Tiziana e dopo diversi rinvii per legittimo impedimento o per COVID, l’udienza in cui il giudice designato dovrà decidere sulla nostra opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti dei dieci medici indagati per omicidio colposo.

Tramite i nostri legali, tutti noi abbiamo chiesto con forza un giusto processo nei confronti del personale sanitario che il giorno 5 gennaio 2017 ha ritardato di diverse ore sia  la trasfusione di sangue sia l’intervento – a detta dei chirurghi perfettamente riuscito ma svolto senza anestesia su una persona morente – che, secondo il nostro consulente di parte, avrebbero evitato la morte di una giovane madre di due bambini.

Abbiamo inoltre evidenziato un possibile conflitto d’interessi che si è palesato nel corso delle indagini e chiesto che le indagini siano allargate a soggetti che, inspiegabilmente, non sono stati nemmeno sentiti o indagati.

A tutt’oggi, 27 maggio 2021, siamo ancora in attesa di una decisione da parte del giudice.

IO SENTO CHE MI SFIORI

Una canzone che tocca il cuore, scritta e cantata da Nicola Lico, per due angeli volati in cielo troppo presto: Tiziana Di Renzo e Tiziana Lombardo. Grazie di cuore all’autore.

Tiziana, quando penso a te… ricordo il tuo sorriso
E mi sembra di vederti ancora
Tiziana, quando chiudo gli occhi… e cerco il tuo sorriso…
E la tristezza… vola via
E poi se brilla il sole… io sento che mi sfiori…
Io sento che ci sei…
Io sento che ci sei… Io sento che ci sei…

Tiziana, tu sei il sole, tu sei il mare… Tiziana, tu sei amore…
Tiziana, tu sei il sole, tu sei il mare… ti voglio ricordare…

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Tiziana, quando guardo il cielo… io sento che tu vivi
Io sento che sei qui…
E quando spunta il sole io sento che mi sfiori…
Io sento che ci sei…
Io sento che ci sei… io sento che ci sei…

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Tiziana, tu sei il sole, tu sei il mare… Tiziana, tu sei amore…
Tiziana, tu sei il sole, tu sei il mare… ti voglio ricordare…

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(c) per testi e musica: Nicola Lico

LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE NON PUÒ ESSERE ACCOLTA

In data 8 agosto 2019 ci è stato notificato che il Pubblico Ministero che dal 19 maggio scorso è titolare delle indagini per la morte di Tiziana Lombardo, Ciro Luca Lotoro, ha richiesto l’archiviazione per i dieci medici indagati per concorso in omicidio colposo.

Gli siamo grati per aver dato impulso a un caso che era fermo da troppo tempo. Tuttavia, la sua richiesta  non può portare all’automatico accoglimento della stessa, soprattutto quando si tratta di un caso così delicato per il quale, dopo due anni e mezzo di indagini, non sono ancora state date delle risposte esaustive ai tanti interrogativi sollevati da due consulenti tecnici di parte e dalle decine di pagine di denunce che io stesso – essendo stato personalmente presente ai fatti – ho scritto e depositato.

In particolare, i nostri consulenti tecnici hanno più volte rilevato l’esistenza di un evidente nesso causale tra la condotta omissiva e colpevole di alcuni degli indagati – e di altri individui per nulla indagatie la morte di Tiziana.

Alla luce di tutto questo, ci opporremo con tutte le nostre forze, nei limiti offerti dalla legge, al provvedimento richiesto dal PM. Perché a Tiziana Lombardo – così come a tutte le altre innocenti donne morte dopo il parto –  si deve Verità e Giustizia.

In data odierna (7 ottobre 2019) ci è stato notificato che la richiesta di archiviazione, allo stato, non può essere accolta e che è stata fissata udienza camerale il giorno 5 febbraio 2020.

(7 Ottobre 2019)


Alcuni degli interrogativi ancora in sospeso in questo video del 13 maggio 2019 quando mancava un titolare delle indagini. Servizio a cura di La C News 24.  

 

IN CALABRIA SI CONTINUA A MORIRE DOPO IL PARTO

In Calabria – e in tanti altri posti – si continua a morire dopo il parto, purtroppo. Nel gennaio del 2017 è toccato a Tiziana Lombardo, mia moglie, poco prima che compisse 38 anni. Tempo prima era toccato a Eleonora Tripodi, a soli 32 anni.

Pochi giorni fa, purtroppo,  un’altra giovane mamma, Santina Adamo, alla sua seconda gravidanza (come Tiziana), ha perso la vita dopo il parto. È successo in un ospedale nel quale non c’era un centro trasfusionale né un chirurgo per poter intervenire prontamente. 

Anche se adesso si cercherà in tutti modi di far luce sull’accaduto, così come si sta ancora cercando di fare per la morte di mia moglie, nulla e nessuno potrà restituire alla vita queste  giovani donne che volevano semplicemente vivere il dono della maternità ed essere presenti nella vita dei loro figli e delle loro famiglie.

Ci saranno indagini, indagati, task force (reali o solo annunciate), processi decennali, ma soprattutto ci sarà il dolore indescrivibile di chi vive questa perdita in prima persona, dolore a cui dovrà comunque coesistere la forza di fare del proprio meglio per crescere in modo sano i doni che queste madri hanno lasciato: i loro figli, i nostri figli.

Sono donne morte dopo il parto: Tiziana Lombardo, Santina Adamo, Eleonora Tripodi e tante altre di cui non conosco il nome. Un destino condiviso e l’auspicio che le loro morti possano avere almeno il significato di salvare la vita di altri; che il momento della nascita possa essere solo gioia infinita e non interminabile dolore.

Ricordate i loro nomi e le loro storie.

Ricordateli ogni volta che vedrete una mamma che amorevolmente si prende cura dei propri figli. Ricordate che queste giovani madri non possono più farlo. Per ragioni che, in molti casi,  non ci è dato sapere.

(21 luglio 2019)

LE INDAGINI SI CHIUDERANNO PRESTO

Le indagini preliminari per la morte di Tiziana Lombardo, mia moglie,  hanno  superato i termini massimi stabiliti dall’articolo 405 del codice di procedura penale.  Sia io che tutti i familiari di Tiziana siamo consapevoli che nella prassi è tollerato che le indagini possano durare ancora di più, perciò continueremo ad aspettare gli esiti investigativi rispettando l’operato e i tempi della Magistratura, confidando che si arrivi al più presto a un giusto processo nei confronti dei presunti colpevoli di un omicidio colposo che – a nostro modo di vedere – poteva e doveva essere evitato.  

Infatti, essere stato presente in prima persona a degli eventi così drammatici, così come l’essermi affidato a dei professionisti preparati e obiettivi, mi ha permesso, mio malgrado, di avere già un quadro completo e preciso di ciò che è avvenuto negli ultimi giorni di vita di Tiziana, sia al momento dell’espulsione della placenta, con la manovra che le  ha quantomeno provocato un forte urlo di dolore, sia nelle tante ore che hanno preceduto la sua morte, avvenuta nell’ospedale in cui  è entrata viva, per uscirne solo da morta.

Ciò che purtroppo non so, e che tutti noi familiari vorremmo sapere, sono le ragioni che hanno portato dei professionisti seri ed esperti a non intraprendere nessuna terapia volta a rallentare un’emorragia di cui erano a conoscenza già a partire dalle ore 12.18 di quel terribile 5 gennaio 2017. Perché hanno aspettato che Tiziana si dissanguasse e che – diverse ore dopo, quando era già nel reparto di chirurgia – andasse in shock, prima di procedere a una trasfusione o a un’infusione di liquidi che l’avrebbero stabilizzata prima dell’intervento?

Come mai hanno accertato per ben due volte un emoperitoneo massivo sia con un’ecografia addominale sia con una TAC (che essendo stata effettuata senza mezzo di contrasto non avrebbe potuto comunque dare informazioni precise sull’origine dell’emorragia)? Ci facciano sapere, nei modi e nelle sedi opportune, perché hanno perso tutto quel tempo prezioso invece di procedere subito a un intervento in laparotomia esplorativa.  E ancora, perché dopo che ormai avevano la diagnosi hanno riportato ancora una volta la paziente nel reparto di ginecologia, perdendo ulteriore tempo?

Con nostro immenso dolore, solo di recente ci siamo inoltre resi conto che Tiziana era da considerarsi morta già a partire dalle 16.00, tempo dopo che io stesso l’avevo finalmente lasciata – totalmente cosciente – nel reparto di chirurgia. Il suo cuore ha infatti smesso di pompare sangue certamente a partire da quell’ora, e non è mai più ripartito nonostante qualche timido segnale di ripresa elettrica in seguito alle manovre di rianimazione. Ciononostante, si è deciso di procedere senza anestesia a un intervento – tecnicamente riuscito, perché ha arrestato l’emorragia – su una donna che era già praticamente deceduta e la cui morte mi è stata invece comunicata circa quattro ore dopo, mentre tutti noi, completamente ignari, assistevamo a un gran viavai di operatori sanitari e persone in abiti civili che entravano e uscivano da quella porta blu. Cosa andavano a fare là dietro tutte quelle persone?

Per ora sono questi gli interrogativi che ci poniamo, perché – come già messo per iscritto da ben due consulenti tecnici di cui abbiamo piena fiducia – sappiamo già con certezza che Tiziana poteva e doveva essere ancora qui con noi, così come sappiamo con certezza che  le indagini nei confronti degli attuali indagati non potranno durare per sempre.

La morte di una giovane mamma, invece, è immutabile ed eterna.

(5 gennaio 2019)

 

LA MIA VITA SENZA TIZIANA (intervista)

Il 27 ottobre 2017, a poco meno di dieci mesi dall’accaduto, sono stato intervistato da Cristina Iannuzzi, giornalista di LaC News 24. Di seguito la trascrizione del video completo.

C.I.: Il 3 gennaio scorso Tiziana Lombardo mette al mondo la sua secondogenita Giada. Due giorni dopo, la tragedia: muore in sala operatoria. Sono trascorsi nove mesi da quel gravissimo fatto, accaduto all’ospedale di Vibo Valentia. Ma cos’è cambiato in questi nove mesi per Antonio Libertino che ha perso la moglie e i cui due figli hanno perso la mamma?

A.L.: In questi nove mesi stiamo facendo del nostro meglio per andare avanti, onorando il passato, vivendo il presente e progettando il futuro, perché quando succede qualcosa di questo tipo, quando si perde la propria  compagna di vita, è necessario farsi forza per se stessi e anche per i figli ovviamente. Perché Tiziana ha lasciato, oltre a me, due figli: una bambina appena nata, di due giorni all’epoca dei fatti, e un bambino che in quel periodo aveva da poco compiuto 5 anni ed è quello che ho ho seguito di più, nel senso di dargli una mano per poter esprimere tutte le sue emozioni, per poter stare bene psico-fisicamente; perché per un bambino, così attaccato alla propria madre, perderla in quella situazione è stata molto dura. Tra l’altro, ho dovuto dirglielo proprio in quel momento perché eravamo tutti insieme quando l’abbiamo saputo e allora non c’era altra soluzione che dirglielo in quel momento. Ho dovuto trovare la forza per dirglielo nel modo migliore possibile e poi stargli vicino per per aiutarlo a stare bene.

Ricordiamo quello che è successo a sua moglie.

È successo il 5 gennaio, due giorni dopo la nascita della nostra secondogenita. Lei ha avuto un forte malore in mattinata, io sono arrivato quasi subito, l’ho trovata pallida, con la febbre, e ho chiesto aiuto ai medici, i quali si sono attivati. Si sono attivati, però c’ è voluto diciamo abbastanza tempo prima che si agisse e si facesse un intervento, intervento che poi è durato tantissimo. Per noi che eravamo dietro la porta blu è stata un’attesa interminabile. Poi alla fine sono stato chiamato dentro e ho chiesto se ce  l’avesse fatta e purtroppo non ho ricevuto la risposta che volevo.

E lì, dopo averlo detto a mio figlio, dopo aver già trovato la forza di dirlo a mio figlio, il giorno dopo ho trovato la forza di denunciare tutto quello che a  mio modo di vedere doveva essere valutato dalla Magistratura e tuttora ci sono delle indagini in corso.

Nei giorni successivi io ho cercato di farmi forza attraverso la scrittura, attraverso i disegni, attraverso delle storie che ho cominciato a raccontare e poi ho deciso di raccogliere questi miei scritti in un sito internet, in un libro e il il libro è quello che ha tra le mani.

Tiziana – Amore che genera Amore. Perché questo titolo?

A.L.: Il titolo è questo perché abbiamo provato tantissimi sottotitoli a 
questo libro, però alla fine ho deciso che dovesse prevalere l’Amore perché questa è la storia di un Amore e magari può ispirare altre persone, questo Amore, e far sì che nasca altro Amore.

Del resto, una delle frasi che ho scritto e che ho voluto scrivere all’inizio del libro è “Possa la morte di qualcuno avere almeno il significato di salvare la vita di altri“, perché, indipendentemente da quelli che saranno i risultati delle indagini, questa storia può aiutare tante persone.

Può aiutare me, ad essermi da stimolo paradossalmente ad affrontare la vita senza la mia compagna di vita.

Al tempo stesso può essere utile alle donne in dolce attesa, le quali
potrebbero rendersi consapevoli di eventuali segnali che si possono
verificare alla nascita di un bambino e quindi magari poterli
affrontare diversamente da come li abbiamo affrontati noi.

E inoltre, sempre indipendentemente dalle dalle risultanze delle indagini, anche gli operatori sanitari e i medici possono prendere consapevolezza del ruolo che che svolgono e e dell’attenzione che devono mettere nella nella loro attività medica.

Ogni somiglianza a persone o situazioni è puramente casuale…

La cosa strana che è successa è che molte persone hanno cominciato a scrivermi, hanno cominciato a dirmi che quello che io stavo facendo – perché di volta in volta io pubblicavo questi miei scritti, queste mie storie – stava aiutando anche loro. La cosa mi è sembrata molto strana all’inizio perché credevo che io stessi facendo quello che stavo facendo principalmente per me, poi ho parlato con alcuni psicologi i quali mi hanno detto che attraverso di me le persone riuscivano a prendere consapevolezza di alcune situazioni ed eventualmente affrontarle senza il grande dolore che invece stavo provando io.

Cosa le manca di più di sua moglie?

Tutto. La sua presenza in ogni caso è qui con me perché ci sono i miei figli che sono i doni meravigliosi che lei mi ha lasciato e di cui mi sto prendendo cura.

E lei come sta?

Io sto bene, fondamentalmente, perché proprio il fatto di affrontare di petto le emozioni che affioravano di volta in volta mi sta permettendo di  mantenere serenità e calma nonostante tutto.

Antonio, perché ha scelto questo luogo? Siamo davanti alla cattedrale di Mileto.

Ho scelto questo posto perché è il posto in cui io e Tiziana ci siamo sposati e purtroppo è anche il posto in cui io ho dato l’ultimo saluto a mia moglie, perché è il posto in cui è stato celebrato il funerale il 9 gennaio di quest’anno. Ho scelto subito questo posto quando mi hanno chiesto dove celebrare il funerale perché per me era molto significativo e mi sarebbe piaciuto proprio, purtroppo, mio malgrado, fare il funerale qui.

Leggete anche:

Il dolore della perdita ne “La mia vita senza Tiziana”  (Link esterno)

PROROGATE LE INDAGINI PER LA MORTE DI TIZIANA LOMBARDO

Nei giorni scorsi è stata notificata a me e alle altre persone offese (i parenti stretti) la proroga delle indagini preliminari nei confronti dei dieci indagati per il reato previsto e punito dagli articoli 110 e 589 del Codice Penale – concorso in omicidio colposo – in cui la vittima è identificata in Tiziana Lombardo, mia moglie.

La Procura infatti ritiene opportuno svolgere ulteriore attività d’indagine al fine di verificare l’esistenza dei presupposti per sostenere l’accusa in giudizio.

Ciò significa che bisognerà attendere ancora per sapere quali posizioni, tra quelle dei dieci indagati, potrebbero essere archiviate e chi invece sarà rinviato a giudizio. 

5 ottobre 2017

PUBBLICATO IL LIBRO CHE FA LUCE SULLA MORTE DI TIZIANA LOMBARDO

Scheda (pdf)Comunicato (pdf)Video (Youtube)

A tre mesi dai tragici eventi che potrebbero aver causato la morte della giovane mamma, viene pubblicato, per la Meligrana Editore, il libro dal titolo “Tiziana: Amore che genera Amore”, scritto a quattro mani da Tiziana Lombardo e Antonio Libertino.

Come è ormai tristemente noto, in realtà, la vita di Tiziana Lombardo si è spenta presso l’ospedale di Vibo Valentia il 5 gennaio del 2017: la donna non ne è mai uscita, se non da morta, due giorni dopo aver dato alla luce la sua splendida secondogenita.

Nei giorni successivi a questo tragico evento, il marito ha cominciato a scriverle, a disegnare, a raccontarle storie, come in un colloquio tra vivi e defunti che fa bene alla memoria di chi è passato oltre, all’anima di chi è rimasto e ai cuori di quanti vorranno accostarsi alla lettura.

Riprese gentilmente offerte da Salvatore Accorinti

Come scrive Annalisa Di Muzio, psicologa e psicoterapeuta, nella presentazione del libro, si tratta di «una di quelle rare occasioni in cui c’è spazio per tutti i sentimenti umani: la gioia insieme al dolore, il senso di incredulità e di impotenza, la compassione, la forza, la bellezza, la speranza, il coraggio, l’amore».

Dopo un capitolo intitolato “La nostra storia”, in cui vengono narrati dettagli inediti su ciò di cui Antonio è stato, suo malgrado, testimone diretto, il libro si compone di una sezione ampiamente illustrata, con acquerelli realizzati dall’unico dei due autori rimasto ancora in vita, e tante foto, tra cui alcune scattate dalla stessa Tiziana.

Il tutto è arricchito da una vasta sezione multimediale, disponibile online, con le video interviste rilasciate da Antonio e dal suo avvocato Francesco Ruffa, e oltre un’ora di storie e lettere, con una canzone creata appositamente per Tiziana da Nicola Lico, che ha perso anch’egli di recente la sua amata. Il testo è anche impreziosito da una conclusione scritta dallo scrittore e giornalista Alessandro Stella.

«Questo libro – aggiunge Annalisa di Muzio – che onora la memoria di Tiziana, di ciò che lei è stata e di ciò che continua a essere in un’altra dimensione, racconta con disarmante semplicità il coraggio di un piccolo grande uomo nell’affrontare il dolore, traendo forza da tutto ciò che Tiziana (e la loro vita insieme) gli ha donato e non da ciò che ha perso con la sua scomparsa. Dalle parole di Antonio emerge un grande senso della realtà nel perseguire la verità senza mai lasciarsi sopraffare dalla rabbia, senza mai abbandonarsi all’autocommiserazione, lasciandosi guidare dal suo grande Amore che vince su tutto. Sembra facile ma non lo è».

Il libro è già disponibile (o in arrivo) nelle migliori librerie e online, in formato cartaceo ed eBook. Maggiori informazioni e un’anteprima sono disponibili su www.tizianalombardo.it/libro.

Scheda (pdf)Comunicato (pdf)Video (Youtube)

IL RUOLO DELLA CORRETTA INFORMAZIONE

Quando accade qualcosa di così grave come quello che è accaduto a Tiziana Lombardo, e di conseguenza ai suoi figli, a me, e a tutti i suoi familiari, che ne stiamo affrontando la scomparsa, è giusto che il pubblico sappia, nei limiti delle indagini in corso, cosa è successo. Il ruolo della corretta informazione è fondamentale.

Ho letto molto di quello che è stato scritto, sia nelle immediatezze dell’accaduto, sia successivamente, e ne ho totalmente apprezzato l’intenzione. Ringrazio i giornalisti per il lavoro svolto, sebbene ci siano state molte inesattezze, soprattutto all’inizio. Tiziana non è mai uscita da quell’ospedale, nonostante sia stato detto o scritto. Tutto è avvenuto all’interno di quel nosocomio: il ricovero, il parto, il trauma che potrebbe aver causato l’emorragia, l’intervento, e infine la sua morte.

Ciò che è successo è impensabile, ma è successo e ho dovuto farmi forza per affrontarlo al meglio delle mie possibilità. La mattina del 6 gennaio, dopo aver avuto l’epifania (la rivelazione) che mia moglie era morta e che mi aveva lasciato con un bambino di 5 anni e una neonata di pochi giorni, ho stretto i denti e ho passato diverse ore a denunciare dettagliatamente tutto ciò che, a mio modo di vedere, doveva e deve ancora essere valutato dalla magistratura per accertare le eventuali responsabilità mediche che hanno portato alla sua tragica scomparsa.

Addirittura nel cuore della notte successiva all’autopsia, dopo che di giorno avevo sentito dal nostro medico di parte le prime e uniche certezze, mi sono alzato e ho scritto personalmente la prima bozza del comunicato che, insieme ai nostri avvocati, avremmo pubblicato subito dopo il funerale. E ho trovato quantomeno strano che proprio la mattina dopo, appena arrivato alla camera ardente, alcuni amici mi abbiano riferito di ciò che i giornali avevano scritto: parlavano di aneurisma, quando gli unici dati certi erano la lacerazione della milza, che poi abbiamo scoperto non essere stata documentata in nessuno dei referti in nostra visione e sequestrati nell’immediatezza della morte di Tiziana, e la presenza di un vaso beante (aperto), che poi è risultata essere una lesione.

Ecco perché ho insistito che il nostro comunicato fosse pubblicato proprio quel giorno, anche se qualcuno, quando il corpo di Tiziana – freddo e straziato dall’autopsia – giaceva a pochi metri da noi, mi sconsigliava totalmente di farlo.

In studio  con Paolo Del Debbio

Sono tante le cose successe in quei giorni e in questi mesi, che non basterebbero pagine e pagine per narrarle. Tra le tante, dopo aver riflettuto a lungo, ho accettato il gentile invito a partecipare al programma Quinta Colonna e il 13 febbraio ho rotto il silenzio, rivelando pubblicamente una parte di ciò che purtroppo è accaduto alla mia amata.

Due giorni dopo la mia intervista, un noto quotidiano ha pubblicato nelle pagine della cronaca di Vibo Valentia un articolo sul caso. L’ho apprezzato molto e ringrazio tantissimo sia il giornalista che la testata, perché grazie a loro abbiamo scoperto, tra le altre cose, del provvedimento disciplinare nei confronti di un medico e che la dirigente ha finalmente ammesso pubblicamente le anomalie in cartella clinica.  Perciò, lo ripeto, apprezzo davvero molto l’operato di quella testata, nonostante non sia stato scritto esattamente quello che invece si può ascoltare chiaramente dal video: io non solo ho sentito, ho visto con i miei occhi, perché ero presente.

Ringraziando ancora i giornalisti per il lavoro svolto finora, colgo l’occasione per chiedere, a loro e agli amici, di non pubblicare in futuro foto diverse da quella che abbiamo scelto per la tomba di Tiziana, la stessa che abbiamo scattato il giorno del nostro matrimonio, avvenuto nella stessa chiesa in cui è stato celebrato il suo funerale. A Tiziana non piaceva che ci fossero troppe sue foto in giro. Aiutatemi a far rispettare la sua volontà. Grazie ancora.

Antonio Libertino

IL PRIMO COMUNICATO SUL CASO DI TIZIANA LOMBARDO

di Francesco Ruffa e Giuseppe Catalano, avvocati

Leggete anche: “Il ruolo della corretta informazione”

Le famiglie Libertino/Lombardo, specificano che: alla luce delle prime risultanze dell’autopsia eseguita il giorno 8 gennaio 2017, si precisa che, allo stato attuale, non è stato riscontrato alcun aneurisma dell’arteria splenica che, ad oggi, risulta solamente una delle possibilità diagnostiche da confermare con i successivi esami istologici valutati e confrontati unitamente all’esame di tutta la documentazione sanitaria sequestrata e già in possesso dell’A.G. procedente.

Leggi tutto “IL PRIMO COMUNICATO SUL CASO DI TIZIANA LOMBARDO”