Una volta varcata la soglia della porta blu, dopo aver chiesto subito un paio di volte se tu ce l’avessi fatta e non ottenendo risposta, forse sei stata tu a darmi quella calma e quella lucidità che probabilmente hanno lasciato di stucco i diversi medici intorno a me, mentre ponevo loro le domande giuste per avere i chiarimenti necessari, facendo le mie osservazioni, dichiarando già in quell’istante che avrei fatto di tutto per far accertare la verità attraverso le vie legali. Queste sono le uniche vie che io e tutti i tuoi cari seguiremo con tenacia, perché, come già ho detto io stesso al prete preoccupato che mi ha confessato prima del tuo funerale, “Se cerchi vendetta, devi prima preparare due tombe, una per il tuo nemico e una per te stesso“. E tutti noi vogliamo onorare la tua memoria, vivendo a testa alta la nostra vita, continuando ad essere di buon esempio per chi ci circonda. E lo facciamo per te, per i nostri figli e per noi stessi.
IL GUSCIO
Ho riflettuto a lungo se pubblicare questa foto, ma alla fine decido di farlo e preferirei NON ci fossero COMMENTI sotto.
Ci scherzavamo su, tu mi avevi detto che volevi tornare a Paravati, io ti dicevo che volevo tornare a Tropea. Ho detto subito che sapevo dove volevi che posassimo il tuo guscio vuoto, perché è di questo che si tratta, di un guscio, che alla fine ha dovuto subire tante violazioni, tra cui quelle fredde dell’autopsia, per permetterci di scoprire la verità che sta dietro agli eventi che hanno portato alla tua tragica partenza. Lo stesso guscio vuoto che, dopo ore interminabili di attesa dietro la porta blu, ho voluto vedere, io per primo e da solo, per darti un ultimo bacio e augurarti buon viaggio, quando il tuo spirito era già libero di stare accanto a noi e ovunque, in ogni posto e in ogni tempo.