L’UDIENZA

Si è svolta il 21 aprile 2021, dopo oltre quattro anni dalla morte di Tiziana e dopo diversi rinvii per legittimo impedimento o per COVID, l’udienza in cui il giudice designato dovrà decidere sulla nostra opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti dei dieci medici indagati per omicidio colposo.

Tramite i nostri legali, tutti noi abbiamo chiesto con forza un giusto processo nei confronti del personale sanitario che il giorno 5 gennaio 2017 ha ritardato di diverse ore sia  la trasfusione di sangue sia l’intervento – a detta dei chirurghi perfettamente riuscito ma svolto senza anestesia su una persona morente – che, secondo il nostro consulente di parte, avrebbero evitato la morte di una giovane madre di due bambini.

Abbiamo inoltre evidenziato un possibile conflitto d’interessi che si è palesato nel corso delle indagini e chiesto che le indagini siano allargate a soggetti che, inspiegabilmente, non sono stati nemmeno sentiti o indagati.

A tutt’oggi, 27 maggio 2021, siamo ancora in attesa di una decisione da parte del giudice.

LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE NON PUÒ ESSERE ACCOLTA

In data 8 agosto 2019 ci è stato notificato che il Pubblico Ministero che dal 19 maggio scorso è titolare delle indagini per la morte di Tiziana Lombardo, Ciro Luca Lotoro, ha richiesto l’archiviazione per i dieci medici indagati per concorso in omicidio colposo.

Gli siamo grati per aver dato impulso a un caso che era fermo da troppo tempo. Tuttavia, la sua richiesta  non può portare all’automatico accoglimento della stessa, soprattutto quando si tratta di un caso così delicato per il quale, dopo due anni e mezzo di indagini, non sono ancora state date delle risposte esaustive ai tanti interrogativi sollevati da due consulenti tecnici di parte e dalle decine di pagine di denunce che io stesso – essendo stato personalmente presente ai fatti – ho scritto e depositato.

In particolare, i nostri consulenti tecnici hanno più volte rilevato l’esistenza di un evidente nesso causale tra la condotta omissiva e colpevole di alcuni degli indagati – e di altri individui per nulla indagatie la morte di Tiziana.

Alla luce di tutto questo, ci opporremo con tutte le nostre forze, nei limiti offerti dalla legge, al provvedimento richiesto dal PM. Perché a Tiziana Lombardo – così come a tutte le altre innocenti donne morte dopo il parto –  si deve Verità e Giustizia.

In data odierna (7 ottobre 2019) ci è stato notificato che la richiesta di archiviazione, allo stato, non può essere accolta e che è stata fissata udienza camerale il giorno 5 febbraio 2020.

(7 Ottobre 2019)


Alcuni degli interrogativi ancora in sospeso in questo video del 13 maggio 2019 quando mancava un titolare delle indagini. Servizio a cura di La C News 24.  

 

IN CALABRIA SI CONTINUA A MORIRE DOPO IL PARTO

In Calabria – e in tanti altri posti – si continua a morire dopo il parto, purtroppo. Nel gennaio del 2017 è toccato a Tiziana Lombardo, mia moglie, poco prima che compisse 38 anni. Tempo prima era toccato a Eleonora Tripodi, a soli 32 anni.

Pochi giorni fa, purtroppo,  un’altra giovane mamma, Santina Adamo, alla sua seconda gravidanza (come Tiziana), ha perso la vita dopo il parto. È successo in un ospedale nel quale non c’era un centro trasfusionale né un chirurgo per poter intervenire prontamente. 

Anche se adesso si cercherà in tutti modi di far luce sull’accaduto, così come si sta ancora cercando di fare per la morte di mia moglie, nulla e nessuno potrà restituire alla vita queste  giovani donne che volevano semplicemente vivere il dono della maternità ed essere presenti nella vita dei loro figli e delle loro famiglie.

Ci saranno indagini, indagati, task force (reali o solo annunciate), processi decennali, ma soprattutto ci sarà il dolore indescrivibile di chi vive questa perdita in prima persona, dolore a cui dovrà comunque coesistere la forza di fare del proprio meglio per crescere in modo sano i doni che queste madri hanno lasciato: i loro figli, i nostri figli.

Sono donne morte dopo il parto: Tiziana Lombardo, Santina Adamo, Eleonora Tripodi e tante altre di cui non conosco il nome. Un destino condiviso e l’auspicio che le loro morti possano avere almeno il significato di salvare la vita di altri; che il momento della nascita possa essere solo gioia infinita e non interminabile dolore.

Ricordate i loro nomi e le loro storie.

Ricordateli ogni volta che vedrete una mamma che amorevolmente si prende cura dei propri figli. Ricordate che queste giovani madri non possono più farlo. Per ragioni che, in molti casi,  non ci è dato sapere.

(21 luglio 2019)